Perchè la Cannabis Light?

Perchè è derivata dalle infiorescenze femminili della cannabis sativa, il cui contenuto di THC è compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%. Le sostanze psicotrope di questa tipologia di cannabis non sono tali da provocare alterazioni o altre anomalie neurologiche, soprattutto perché il contenuto di psicoattivi più rilevante è rappresentato dal CBD. Questo è presente in grandi percentuali all’interno delle infiorescenze di cannabis light, ma gli effetti che dà al fumatore sono principalmente due: rilassatezza e un leggero effetto antidolorifico.

I cosiddetti “effetti high” tipici del THC (euforia, eccitazione etc) non sono invece riscontrabili, proprio perché non può essere definita una sostanza stupefacente. In ogni caso il suo consumo, a detta di chi l’ha provata, è piacevolmente rilassante e con effetti anti-stress, l’ideale per concedersi un meritato momento di relax.

La legge Italiana è ancora abbastanza fumosa in merito alla marijuana light, e tutte le leggi promulgate si sfidano in un balletto border line. Per ora possiamo solo dire che l’ultima legge entrata in vigore il 14 Gennaio 2018, ovvero la n.242 del 2/12/16 è quella definitiva. La legge in questione stabilisce i limiti da non superare per la coltivazione e la commercializzazione della cannabis light.

Il coltivatore che sceglie di produrre Cannabis Light può farlo senza alcun vincolo se le piante e le infiorescenze hanno un limite di THC che non superi lo 0,2%. Oltre questa soglia (ma entro lo 0,6% di THC rilevato) deve presentare regolare richiesta alle forze dell’ordine, segnalando il tipo di coltivazione. Qualora la dose di THC superi lo 0,6% l’attività giudiziaria può predisporre il sequestro o la distruzione dei campi di canapa.

Se però la cannabis light supera tutti i controlli statali e viene certificata come adatta alla vendita, può arrivare nei growshop sotto forma di erbe essiccate, trinciate o sottoposte ad altre lavorazioni.

L’importante è che i contenuti di THC non superino mai la soglia limite dello 0,6%, e qualsiasi lavorazione atta ad aumentare gli effetti psicoattivi di queste sostanze è vietato nella maniera più categorica.